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42° FESTA DELLA FRATELLANZA

L'appuntamento è per domenica 18 agosto 2019! Un grande traguardo da celebrare insieme, sulla strada dell'amicizia tra i vecchi nemici!



Il Museo della Guerra bianca è sul web!

Venite a trovarci nel Nuovo polo culturale
via di Borgo nuovo, 15
38020 Vermiglio (TN)

Apertura: dal lunedì al sabato 9-12 e 15-18

Con gli stessi orari, a luglio e agosto aperto anche la domenica

Ingresso 3 Euro



Apertura 2019-2020

dal lunedì al sabato
dalle 9.00 alle 12.00
dalle 15.00 alle 18.00

luglio e agosto
tutti i giorni anche la domenica con gli stessi orari

negli altri periodi dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 12.00
dalle 15.00 alle 18.00

Per informazioni 0463/758200



INFO UTILI

Sede
Museo della Guerra Bianca
c/o Nuovo polo culturale
via di Borgo nuovo, 15
Vermiglio (TN)

Apertura
dal lunedì al sabato
9-12 e 15-18
Con gli stessi orari, a luglio e agosto aperto anche la domenica

Pagamenti
Ingresso a pagamento - 3 €

Contatti
Ufficio turistico di Vermiglio
Tel: 0463-758200

COME RAGGIUNGERCI

 In automobile:
DA TRENTO, uscite dall´autostrada A22 a San Michele all´Adige, proseguite verso la Val di Non e la Val di Sole in direzione Passo del Tonale;

DA OVEST, provenendo dalla Lombardia, valicate il Passo del Tonale e proseguite fino a Vermiglio;

DA SUD, dopo aver valicato il Passo di Campo di Carlo Magno, scendete a Dimaro e quindi girate a sinistra fino a Vermiglio.


 In treno: dopo essere arrivati a Trento, prendete il convoglio della Trento-Malé-Marilleva 900;
scendete a Malé e da qui in pullman fino a Vermiglio.

2. Storia e arte nel comune di Vermiglio

Erano i segni di una tragedia che impresse un segno di profondo dolore per tutta la comunità di Vermiglio.
Era il 24-25 agosto del 1915 quando da Vienna giunse l´ordine di evacuazione per tutti i vermigliani: l´intera popolazione venne trasferita nella baraccopoli di Mitterndorf an der Fischa e 200 di loro non avrebbero fatto più ritorno; altri 42 uomini erano morti in quei mesi sul fronte galiziano.
A guerra finita, i superstiti ritrovarono un paese completamente distrutto dai bombardamenti e montagne intere da bonificare dagli ordigni inesplosi.
Ancora oggi camminamenti, baracche, insieme a due musei, testimoniano l´episodio più doloroso nell´intera storia di Vermiglio.

Nel 1924 al confine che al Tonale passa tra Trentino e Lombardia, fu inaugurato un monumento alla Vittoria, sostituito poi nel 1932-1933 dal Sacrario ancora oggi esistente.
La vocazione di frontiera di queste terre ha avuto fine proprio con la conclusione della Grande Guerra, quando il confine fra due stati in conflitto è diventato quello tra due regioni che condividono, proprio sul Tonale, una importante fase storica di sviluppo degli impianti da sci e il recupero storico e didattico dei luoghi della guerra.

La pieve di Ossana, ricordata per la prima volta nel 1183, comprendeva al proprio interno anche le "cappelle" di Vermiglio, che ottennero il fonte battesimale nel 1433.
Tuttavia, alcune scoperte archeologiche confermano l´antichità di alcuni insediamenti: indagini condotte nel 2003 sul dosso di Santa Caterina, nel comune di Vermiglio, hanno portato alla luce materiali ceramici della Seconda età del ferro (V-I sec. a.C.).

Tornando a tempi a noi più vicini, gli urbari del XIII secolo testimoniano l´esistenza di una società sviluppata, dalle attività agricole e artigianali differenziate, tassata in varia misura dal governo vescovile.
Nel 1309 la Pieve di Ossana godeva di rendite per 20 marche, quindi dignitosamente ricca; nel 1387 erano 47 le famiglie di Vermiglio tassate.
Le attività economiche prevalenti erano legate all´allevamento (bovini, ovini, suini) e alla produzione di latticini, ma anche alla coltivazione di cereali adatti a quote superiori ai 1000 metri, come blava, millium, segale e scandella.

Già nel corso del Duecento, una fonte di grandi guadagni fu data dall´attività estrattiva del ferro, specialmente dalle miniere della Val di Peio e del monte Boai: già nel 1200 è nominato un "campo del feraio", mentre è a partire dal Trecento che questa particolare attività economica conobbe uno straordinario sviluppo: se esso, per tutto il XIV secolo, fu in mano ad alcune grande famiglie della nobiltà nonesa, a partire dal´400 fu appannaggio dei da Caldes e poi dei de Federici del castello di Ossana, giunti dalla Lombardia.
Nel 1407 il principe vescovo di Trento dava riconoscimento dell´importanza di quest´attività, liberalizzando le attività di scavo e di commercio del ferro.
Un evento di un´importante tale, da portare alla creazione di una nuova comunità: è dalla "villa nova fucinarum", nominata per la prima volta nel 1463, che trae il suo nome la frazione a tutt´oggi esistente di Fucine.

Ciò influì su un movimento migratorio che tra il 1350 e il 1600 fu di grandissima portata: forti della loro esperienza nella lavorazione del ferro, dalle valli lombarde giunsero in Val di Sole artigiani e notai, accompagnati da parecchi artisti: tra questi ultimi è opportuno citare i Baschenis di Averara, gli Alberti e i Fogarolli di Bormio, i Ramus di Edolo).

Un fenomeno che ancora oggi echeggia chiaramente nella parlata di stampo lombardo viva nella gente di Vermiglio e nella presenza di cognomi che ricordano antiche provenienze lombarde.
Michelangelo Mariani, nel 1673, ricordava come in alta valle fossero numerosi "gli armenti ancor forastieri" che venivano a pascolare in estate sulle praterie del Tonale, mentre per converso evidenziava come i solandri, "di natura industri e attivi in far fortuna", spesso prendessero la via dell´emigrazione, specialmente nella vicina repubblica veneta.

Altrettanto interessanti sono le parole usate un secolo e mezzo dopo da Jacop´Antonio Maffei, che nella sua topografia delle valli del Noce, descrive il Tonale come un "monte ove d´ordinario soffia un vento impetuoso e nell´inverno cade una quantità di neve e vi sono nebbie continue, ha un´amena pianura tutta prativa: il fieno che produce è il sostentamento della campagna di Vermiglio".
Del paese ricorda "il dazio imperiale regio di confine".

Per lungo tempo, da quel XIII secolo in cui appaiono le prime testimonianze documentali, fino alla metà del XX secolo e la rivoluzione turistica, la vita delle comunità dell´alta Val di Sole, compresa quindi Vermiglio, è trascorsa semplicemente, seguendo il corso delle stagioni e attendendo ai lavori di un´agricoltura di montagna avara di frutti e faticando tra il lavoro dei campi e quello negli opifici, mulini, segherie e fucine che punteggiavano i corsi d´acqua.

Dedicata a San Pietro, fu costruita nel 1537 e ristrutturata nel 1672, mentre importanti lavori di restauro sono stati portati a termine dopo l´incendio del 1889 e i bombardamenti del 1915.
Al´interno vanta una pala centinata che raffigura "Cristo che consegna le chiavi a Pietro" dipinta da Leonardo Campochiesa nel 1891.